Una volta, nove anni prima, avavo fotografato un donnola. Dato che avevo fatto la foto attraverso un vetro c’era un alone. L’immagine della donnola nella fotografia, e il giardino giapponese che faceva da fondale risultarono nebulosi e spezzettati, mentre al centro c’era questa aura di luce che si irradiava dalla schiena della donnola. Faceva l’effetto di un Dio Donnola. In effetti avrei voluto aprire la porta per fare la foto, ma se l’avessi fatto la donnola sarebbe scappata. Quelle erano le dimensioni della mia carriera come fotografa.