Emerson e il poeta

Il poeta è colui che denomina le cose o, che è lo stesso, colui che crea il linguaggio, dando i nomi alle cose talvolta secondo le loro apparenze e altre volte secondo la loro essenza, e dando a ognuna il suo proprio nome e non quello di un’altra, con ciò dando gratificazione all’intelletto, che si compiace di distinzioni e precisazioni.

L’espressione è organica, ossia essa è il nuovo tipo che le cose assumono una volta liberate. Come, al sole, gli oggetti dipingono le loro immagini sulla retina dell’occhio, così esse, condividendo l’aspirazione dell’interno universo, tendono a dipingere una molto più delicata copia della loro essenza nella mente del poeta.

Il vero poema è la mente del poeta; la vera nave è il costruttore di navi. In ogni uomo, se potessimo aprirgli l’animo, potremmo leggere le ragioni dell’ultima fioritura, dell’ultimo filamento della sua opera; così come ogni nervatura e sfumatura in una conchiglia marina preesistono negli organi di secrezione del pesce.

E, quanto alla poesia, il buon esito è raggiunto non quando essa ci culla e ci soddisfa, ma quando ci stupisce e ci infiamma con i rinnovati sforzi verso l’irraggiungibile.


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