Vitagatta

Ecco, noi abbiamo otto gatti in casa e ci curiamo di sei o sette fuori.

Quando capita che dobbiamo andare a Roma per qualsiasi motivo, di solito ce ne portiamo dietro un paio. Tigrillo è una presenza fissa, visto che di stare più di mezz’ora senza di me non vuole saperne. L’altro di solito è Moka, che ha bisogno delle sue impastatine quotidiane.

Per la settimana di Natale ci siamo portati dietro anche Nando, che aveva una curetta da finire.

I gatti rimasti, cinque, sarebbero stati nutriti dalla nostra vicina.

Fin qui tutto bene.

Poi mia madre ha iniziato a dirmi che poveri, li lascio soli-e-se-succede-qualcosa?

Toccando ferro, ma cosa può succedere? E poi la vicina ha il mio numero. Qualsiasi cosa, lo sa, mi fa uno squillo e io la richiamo.

Eh, ma che ne sai, se succede qualcosa e hanno bisogno che tu sia lì?

Infatti, cazzarola, è successo qualcosa.

È successo che i cinque che credevo tranquilli (ricordate, Emily mai dato problemi, Hernan si fa le unghie solo sulle cose di Ale, Tillo Tillo si coccola con Mascherina e la tiene buona…) beh, hanno tirato giù l’albero di natale e il ficus, non necessariamente in questo ordine, spargendo tutta la terra in bagno (il bagno è la stanza più luminosa della casa) e bucce di mandarino secche a pezzetti.

Il ficus sta bene, è solo un po’ spaventato. L’ho coccolato e gli ho promesso che non permetterò più che succeda una cosa simile.

L’albero.

Io che mi vantavo che l’albero i gatti, a parte qualche sporadica zampata, lo ignorano.

Adesso il nostro albero di Natale va a pennello con il resto di casa.

Mai visto uno così… così disordinato.


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