Tre anni da veg*

…che per me sarebbero quasi quattro, ma va bene così.

Tre anni fa ho eliminato completamente la carne.

Un anno fa ho eliminato il latte e diminuito di molto i latticini e le uova.

Da anni non compro più pelle, né lana. La seta non mi è mai piaciuta.

Cosa è cambiato, cosa è rimasto uguale, cosa rimpiango della vita da onnivora?

Iniziamo col dire che non rimpiango nulla. Mai tornerò a nutrirmi di cadaveri, che sappiano o meno far versi, qualsiasi volume cerebrale abbiano.

Cambiate, molte cose.

Ho smesso di prendere integratori come il ferro. Lo prendevo da onnivora, ora che mi strafogo di catalogna, spinaci e carciofi, non ne ho bisogno.

Ho smesso di star male con l’intestino tutte le mattine.

Ho imparato a cucinare più di quanto sapessi fare prima, imparando a sostituire gli ingredienti di origine animale, ottenendo ugualmente piatti buonissimi… forse più buoni.

Il mio ciclo mestruale si è fatto più regolare, e meno abbondante.

Cosa è rimasto uguale…

Ho sempre fame, solo che ora non mi abbuffo di affettati.

Brufoli non ne ho mai avuti tanti, quindi non so.

I dolori mestruali sono sempre quelli, niente da fare. Mi dicono però che col tempo, la dieta veg aiuta. Io ricordo nottate sveglia a contorcermi dal dolore, quando stavo con i miei, nonostante le forti dosi di analgesico. Ora succede che resti sveglia, e il dolore mi fa pure bestemmiare, ma forse è meno intenso.

Cosa ho imparato in questi anni da veg?

Ho imparato che gli imbecilli sono più di quanto uno pensi, ed io pecco pure di ingenuità. Nel senso che mi aspetto sempre che ci sia del buono nella gente.

Ho imparato che:

  • Hitler era vegetariano nonostante il suo cuoco scrivesse che gli piacevano i wurstel e i piccioni, e per questa dieta di wurstel e piccioni scorreggiava un sacco.
  • I vegetariani sono una massa di isterici che gridano alla gente assassino, assassino!
  • Non posso paragonare il trattamento riservato agli animali con l’olocausto, perché sono esagerata (ditelo pure ad Isaac Singer, ebreo)
  • le proteine sono indispensabili sennò uno muore cardiopatico a cinquant’anni (e il fatto che sia stato un medico a dirlo non depone a suo favore)
  • sarò una madre scellerata a cui andranno tolti i figli perché li voglio crescere vegetariani come me.
  • né io né mio marito scopiamo perché i veg non scopano, che non hanno le forze né le proteine (fonte: commentatori di Dissapore)

C’è altro da dire?

Ah, sì. Ho scoperto che in qualunque posto andremo, noi veg saremo sempre discriminati, o guardati male, o insultati dalla stessa gente che magari insulta gli omosessuali.

Però.

Però, grazie anche ai social network, ho conosciuto tanti che la pensano come me. Che non è vero che siamo uno sparuto gruppetto di isterici che prima o poi spariranno.

Che la filosofia veg è una delle poche cose che salveranno il mondo.

Quindi quando il mondo sarà a un passo dalla distruzione nonostante noi quattro isterici veg, fate una cosa: ringraziate gli onnivori.

A proposito di onnivori, non è vero che l’uomo nasce onnivoro. Ci sono delle scimmie che mangiano carne, ma guardate i loro canini, e confrontateli con i vostri miserrimi dentucci. Il babbuino ha zanne da far invidia a un orso. Quindi, caro onnivoro pirla, non venire a parlarmi dei tuoi dentucci, che ci puoi fare una collanina. Per bambine piccole.

La conformazione stessa dell’apparato digerente umano grida vegetariano da tutti i pori. Stomaco debole e intestino lungo. Vogliamo fare la differenza con quello di un carnivoro vero? Il gatto, per esempio: stomaco forte e intestino breve. E per quanto vorrei, no, non sono un gatto.


9 risposte a "Tre anni da veg*"

    1. Sì, va bene, avete ragione… tecnicamente però l’orso è dell’ordine dei carnivori (si parla di tassonomia, non di dieta), quindi molto più simile ai canidi che ai primati.
      Io potrei rispondere che la scimmia più simile all’uomo, il bonobo, è totalmente vegetariano, a differenza di altre scimmie (sempre simili all’uomo) come gli scimpanzè. Che comunque mangiano carne solo dopo le “guerre”…

  1. Ma si’ che l’uomo e’ onnivoro, fina dai tempi preistorici dei cacciatori/raccoglitori, prima che fosse “inventata” l’agricoltura.

    Ognuno mangiasse quello che vuole senza sentirsi il salvatore del mondo.

  2. Ale, più di diecimila contatti! Non ci saremmo arrivati con un altro mese…

    E tutto perché nel descrivere quel certo tipo di onnivoro pirla che ha la sindrome del cristiano nell’arena ogni volta che sente la sillaba “veg”, quegli stessi tipi di onnivori si sono appunto sentiti punti sul vivo e hanno deciso di farci un post!

    Ma sì, io pensavo di essere lo Sbirulino del vegetarianismo, non la Savonarola del vegan! Evidentemente sbagliavo, vedi un po’ te quante cose si imparano nella vita…

  3. Uhm. Dev’essere stata quella frase sul fatto che i veg salveranno il mondo, a innervosire noi onnivori. Me, nella fattispecie.
    Il mondo non si salva, mi spiace farvelo sapere così di brutto a voi che siete giovani, convinti e speranzosi. A quest’ora poi. Ma non è questo il punto. Il punto è che l’ideologia applicata all’alimentazione è fastidiosissima, anche se esibisce ragioni che possono essere convincenti, da qualunque parte vengano. L’ideologia non mi va bene mai, applicata a qualsiasi argomento.
    Mangiare, poi, per noi umani civilizzati, ha a che fare con la libido, più che con i fabbisogni proteici o vitaminici. E a quella (alcuni) non la comandano a suon di ideologie o convinzioni: io che vivo per la pappa veggie non lo potrei diventare proprio mai. La mia soddisfazione gastronomica, che è indispensabile per la mia sopravvivenza psicofisica, passa anche per le proteine animali, oltre che per tutto il resto dell’edibile planetario. E se c’è una cosa che mi indispone, è che qualcuno mi rompa le scatole nel piatto, ultima zona protetta delle piccole soddisfazioni possibili. Praticamente tutte le altre sono limitate ormai, o del tutto inaccessibili.
    Mi resta il senso di colpa per gli animali e le sofferenze degli allevamenti: lo so, ce l’ho e me lo tengo. Ma ‘sta faccenda dei veg che salveranno il mondo, proprio no, mi spiace.

    1. Mangiare, poi, per noi umani civilizzati, ha a che fare con la libido, più che con i fabbisogni proteici o vitaminici.

      Mi sento di quotare la tua frase in toto. Cibarsi nella nostra società non risponde a bisogni nutrizionali ma di appagamento*.
      Io per prima non vado mai a sindacare su quello che c’è nei piatti altrui**, questo post era nato come un tirare scherzosamente le somme su quello che ho passato (quello che alcuni onnivori troppo paurosi che io vada lì a togliergli la bistecca da sotto il naso mi hanno detto) e capito da quando sono vegetariana, cosa che tra l’altro non potevo nemmeno dire fino a qualche mese fa, perché ci è capitato di introdurre qualche proteina animale – chessò, quando al ristorante mio suocero lasciava il carpaccio di baccalà che rischiava di finire nella pattumiera***.
      Diventare veg. Molto meglio iniziare a preoccuparsi di quello che “mettono” nella vostra carne, inteso come sistemi di allevamento e di cura, oltre che di macellazione.
      Il “salvare il mondo” deriva più da alcune constatazioni che mi sono venute ascoltando alcune persone (e non sto a far distinzione di dieta****) che magari mi escono con un “è impossibile che tutto il mondo diventi veg perché non ci sarebbe abbastanza terra da coltivare”. Sono d’accordo che sia impossibile far diventare veg tutto il mondo*****. Ma non per una cavolata del genere, noi non siamo mucche, non mangiamo un quintale di erba al giorno, anzi… (e col fatto che siamo veg chi ci ospita a cena tende sempre a strariempirci il piatto).
      Ho scritto quella frase tenendo bene a mente alcune conseguenze dell’allevamento industriale.
      A tal proposito, io consiglio a tutti, specie agli onnivori, di leggere Safran Foer Se niente importa, non per diventare veg, ma per scoprire quello che c’è dietro la bistecca. In Italia ormai non è diverso che negli Stati Uniti, vedo carne in svendita là dove, se il sistema fosse più giusto, più equo, quella carne costerebbe molto di più.
      Le persone non ne comprerebbero così tanta e non ne butterebbero via.
      Alcuni onnivori puntano sul fatto del “è naturale”, ma guardiamo un po’ come stanno i fatti. Ancora mio padre, che ha sessant’anni, da ragazzino non mangiava carne come la mangiano i ragazzini di oggi.

      * E ne sono ancora più convinta da quando ho scoperto che uno dei miei piatti preferiti, pizza con patatine fritte, non mi attira tanto per i sapori, quanto per il grado di consolazione che mi provoca.
      ** Se così non fosse, davvero, non potrei più frequentare nessuno. Neppure una delle amiche di Ale, che si diceva vegetariana ma ogni tanto si faceva un bel piatto di frutti di mare.
      *** Ecco, una cosa che odio: quando la roba viene sprecata in quel modo. Quel baccalà era troppo saporito per portarlo ai gatti, il sale a loro fa male, invece io ho poco sodio, quindi va bene…
      **** Non mi piacciono i termini “onnivoro”, “vegetariano”, “pescetariano”, “fruttariano” che sia… sono parte di un sistema vecchio – lo trovo impreciso… e del resto abbiamo otto carnivori stretti in casa ^_^ che non ho mai pensato di far diventare veg.
      ***** Penso alle tribù che vivono in amazzonia o sul fiume Congo, tanto per dirne qualcuna. Vallo a dire a quelli, di diventare vegetariani, in piena foresta. Ma loro non sono certo i pescherecci della rio mare. Questo è il punto.

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